Musei
Museo di Arte Sacra - via S. Caterina (ang. Piazza Duomo)
Il museo si sviluppa su quattro sezioni espositive: il rito religioso, l'arte plastica, la pittura, l'arredo e il rivestimento ceramico.
La prima sezione presenta Paramenti e Arredi Sacri, quasi interamente collocati nella sala grande. Vi si ammirano piviali in oro e seta; diverse pianete; un ostensorio in argento con alla base la statuetta di Santa Caterina, calici in argento, una croce d'altare in madreperla, finissime stole e cotte e mantelline.
Dell'arte plastica il museo presenta le sculture in terracotta del maestro Giuseppe Criscione e dei figli Alberto e Paola; oltre trenta “statuine” del Presepe Etnografico degli Iblei nello stile classico di Criscione così come è conosciuto in tutta Europa. Il Presepe è ricostruito su un plastico raffigurante elementi del Patrimonio architettonico e ambientale di Chiaramonte.
Nella sezione pittorica sono esposte alcune tele di S. Montanucci che riproducono gli interni delle Chiese di San Giovanni Battista, del SS. Salvatore, di San Vito e del Santuario di Gulfi.
E’ ospitata anche una collezione di Giacomo Alessi, notissimo artigiano ceramista calatino, che della ceramica ha fatto un'arte, nazionale, europea.
MUSEO DI CIMELI STORICO MILITARI - Piazza Duomo
La raccolta di Emanuele Gulino, collezionista di fama nazionale, supera i mille reperti, su vicende che hanno interessato la storia militare italiana degli ultimi due secoli.
I cimeli custoditi abbracciano momenti tragici ed eroici dei nostri soldati, nelle trincee del Carso o sui campi di battaglia d'Africa, della Grecia, della Russia. I periodi più ricchi di reperti restano la prima guerra, l'epoca fascista e il secondo conflitto mondiale.
La serie espositiva della raccolta è dominata dai copricapo militari, di tutte le forge. E poi da elmetti (alcuni con i fori di entrata e uscita, altri con cuffia radio) di varie generazioni e Stati.
Le armi sono copiosamente rappresentate. Già all’entrata del museo campeggia un cannone Breda da 76/40, emblema della guerra tradizionale. Poi maschere antigas, sciabole, mine, bombe a mano, lo scheletro di una mitragliatrice, un proiettile del 1908, un nastro portacolpi per mitragliatrice, una bomba simil siluro, grandi proiettili da cannone, un candelotto triplo lacrimogeno, e poi vari elementi della carrozzeria di aerei, un serbatoio del '43 per l'autonomia di volo dell'aereo.
Fa bella mostra una vasta raccolta di costumi militari, con ogni tipo di fregio e distintivo.
Alcuni accendini esposti, inviati dai soldati ai propri familiari, portano eloquenti dediche: “Per favore non provate a parlarmi del Vietnam: ci sono già stato”.
MUSEO DEL RICAMO E DELLO SFILATO SICILIANO – Via Lauria, 4
E' collocato in una delle viuzze adiacenti la storica scalinata di San Giovanni, all'interno del suggestivo tracciato medievale della città antica. Nel museo si trovano spazi dove si ricostruiscono, con suppellettili, mobili, fotografie e preziosi strumenti artigianali, gli ambienti in cui vengono creati gli inconfondibili e sempre più rari ricami dello sfilato siciliano. L'esposizione è impreziosita da introvabili testimonianze del passato, fra le quali un telaio in legno; ed ancora si vedono più di duecento pezzi fra tende, tovaglie, asciugamani, paralumi, capi di paramento sacro, oltre a telai e attrezzi d'epoca del '700 siciliano.
Il Museo del Ricamo costituisce un luogo per custodire ciò che il tempo inesorabilmente distruggerebbe; ma costituisce anche il primo nucleo di una struttura polivalente aperta al mercato. E di questo importante patrimonio il visitatore troverà, copiosamente esposti, generi noti e diffusi, e prestigiosi: lo sfilato 400, di grande pregio, anche nella sua variante a punto rammendo; lo sfilato 700 e 500. In questa esposizione si va a cogliere anche una storicità dei pezzi esposti e molte opere hanno una precisa datazione riferibile a periodi e manufatti fra la fine Settecento e il Novecento: Stile Caterina de' Medici, Stile Impero...
CASA MUSEO LIBERTY – Palazzo Montesano, via Montesano
E’ un allestimento unico in tutta la Sicilia, già collezione privata di Emiliana Figliuoli.
Espone oggetti preziosi realizzati da artisti come Renè Lalique, Legras, Calderoni e si completa nell’arredo di una casa, con mobili realizzati su disegno di Ernesto Basile e di Carlo Zen.
Nell’impianto espositivo ogni pezzo è infatti mostrato nella sua naturale ambientazione funzionale, perché risultino più trasparenti, il vissuto la storia e quindi la funzione di informazione e conoscenza.
L’ingresso accoglie mobili siciliani realizzati su disegno di Ernesto Basile. Poi il salotto dopo risalta una consolle e una fioriera con specchio in legno intarsiato a nano. Nella vetrina si vedono pezzi in argento, Sheffield e avorio, con un ricercatissimo vaso di Legras e due prezuise coppe di Renè Lalique, in cristallo, decorate con la tecnica della cera persa all’acido.
La sala da pranzo con due credenze ispirate alla scuola di Nancy, un tavolo abbillè. Nel boudoir dove la padrona di casa trascorreva il suo tempo, risalta un prezioso bibelot in porcellana sulla toeletta in marmo. Elegante la camera da letto padronale, arredata con cura e minuziosità. Una camera della casa è dedicata alla nutrice. E non manca la macchina da cucire Singer dei primi del ‘900.
Nella stanza delle visite private troviamo una consolle, una specchiera in legno di mogano con vetri policromi, una poltrona con accanto un servo muto a tre ripiani in legno intarsiato, e sulla parete un porta vaso pensile in ceramica policroma.
MUSEO ORNITOLOGICO – Palazzo Montesano, via Montesano
Si fonda sulla collezione dei fratelli Paolo e Giuseppe Azzara, avviata intorno agli anni Cinquanta. È una raccolta di oltre 600 esemplari, alcuni rari e significativi per l'ornitologia siciliana, altri rarissimi per l'Italia e alcuni estinti localmente o estinti a livello regionale e nazionale.
Fra i pezzi da ammirare subito, ad inizio visita, spicca il Corvo imperiale con altri Corvi comuni, assieme alla Ghiandaia e alla Gazza. Indi si trovano le Civette, poi il Barbagianni, il Gufo reale, frammischiato a quello comune e a quello da palude. Finché ci apparirà la suggestiva Civetta delle nevi. Molte specie di Poiane sono esposte (da quella comune alla calzata), le specie dei Falchi (fra i quali il Falco Pellegrino e il Pecchiaiolo, noto anche perché si nutre di Api e Vespe dopo averne destramente staccato il pungiglione), lo Sparviero giovane, poi i Nibbi con il Nibbio reale in primo piano. Di notevole richiamo le sezioni dedicate alle Aquile, agli Avvoltoi, e ai Grifoni: maestosi e "imperiali" i singoli esemplari di questi rapaci. Seguono ancora Pellicani e Cormorani, fino ad arrivare alle Galline prataiole, alle Otarde, alle Pernici e ai bellissimi corpi dei Gabbiani, fra i quali il Gabbiano reale.
Gli esemplari esposti risultano perfettamente imbalsamati e in ottimo stato. Talmente ben conservati che quelle piume e quegli occhi sembrano vivere. Questo museo costituisce uno straordinario documento e un impareggiabile itinerario per chi studia e ama la natura.
MUSEO DEGLI STRUMENTI ETNICO MUSICALI - Palazzo Montesano
Museo degli Strumenti etnico-musicali, collocato nello storico Palazzo Montesano, occupa sette sale del piano nobile del palazzo, e contiene ben 600 strumenti musicali provenienti da tutte le parti del mondo. La raccolta va attribuita al genio “esplorativo” e alle “curiosità” del modicano, compianto, Duccio Belgiorno.
Si tratta di reperti rari, a volte unici, alcuni dei quali introvabili, perché provenienti da paesi, dove allo stato non è consentito il visto di ingresso, come il Tibet, del quale si presentano due flauti, dal suono originalissimo, ricavati da “tibie umane” e splendidamente intarsiati, e un membranofono (tamburo bipelle: damaru), che utilizza calotte craniche “umane” come cassa armonica. Unicità di esemplari, da sola indicativa del valore intrinseco della collezione.
Il museo comprende un numero significativo di strumenti etnico-tribali, provenienti da zone remote dell'Africa centrale, dell'Asia, delle Americhe, e in particolare della Papuasia e della Nuova Guinea. Raccoglie, fra l’altro, una interessante collezione di zanze (idiofoni a pizzico) e pezzi provenienti da Kenya, Rhodesia, Botswana, Zimbabwe; tre splendidi charanghi argentini ricavati da carapace di armadillo, e balalaike provenienti da paesi slavi; birimbao dal Brasile; tre sytar indiani, e centinaia di altri esemplari.
Un planisfero colorato e ricco di riferimenti etnici, grande come la parete su cui si staglia, accoglie il visitatore e gli trasmette la radice simbolicamente planetaria del museo.
MUSEO DELL’OLIO - Palazzo Montesano, via Montesano
Il museo è accolto nei bassi del Palazzo Montesano, in sette sale, con le volte a botte; in questi ambienti si susseguono strumenti di tecnologia estrattiva dell'olio di oliva. Una pressa del 1614, una mola in pietra, giare, strumenti di misura dell'olio e cento e cento utensili e suppellettili vari. Oggetti di uso comune e dispositivi ingegnosi, specifici di immagini e di ambienti rurali.
Viene ritratto il cuore dell'antica civiltà contadina, in quel mitico tempo della memoria che si dipana davanti al visitatore con le sue ingegnosità e le sue miserie.
Le “reliquie”: un cafiso in ferro (contenitore tipico dell'olio), una pressa idromeccanica dei primi del Novecento. Nelle sale è possibile ammirare, tra l’altro: giare in latta a bocca larga e stretta; quartare a due manici laterali con collo stretto e coperchio, oliere, zappatrice in ferro, aratro in ferro con vomere a punta e aratro in legno con vomere in ferro a punta larga; corbelle d'epoca, panieri, forbici in ferro per potatura, seghetti (sirraculi) e trapano a mano (virrina).
Da una sala all’altra il tema si ritrova sempre in giare, vasi, in classici lumi di carretto, bummuli (sorta di brocche per contenimento dei liquidi), imbuti. In un ambiente specifico il tema espositivo si sviluppa attorno all'attrezzistica più strettamente da lavoro. Vi sono esposti un giogo in ferro per il traino, un aratro in legno con vomere, una pala, un tridente per foraggio, un carretto, anche qui quartare (recipienti per l'acqua), crivelli in legno con rete metallica, asce.
In questo Museo tramite la documentazione esistente ma anche tramite una ricostruzione mentale, immaginaria, sembra materializzarsi quel mondo, di oggetti e di soggetti, di cui Serafino Amabile Guastella, il grande studioso e scrittore chiaramontano dell'Ottocento, scrisse con rigore e con meriti.
PINACOTECA GIOVANNI DE VITA - Palazzo Montesano, via Montesano
È costituita da opere donate dalla famiglia De Vita, su esplicita volontà del Maestro, alla comunità chiaramontana. Opere nel loro insieme delicate per le tonalità, pervase da cromie calde e carezzevoli, su sfondi piacevolmente sfumati, talora impressionistici, ma sempre morbidi e avvolgenti.
La raccolta è distribuita in alcuni ambienti dell'antico palazzo Montesano, di cui in qualche modo quel simposio pittorico esalta i profili architettonici nobiliari.
Prevalgono le tecniche della tempera e dell'acquerello, nelle quali il Maestro ha profuso una parte rilevante della sua arte. Ma anche la tecnica dell'olio su tela caratterizza un versante pregevole della raccolta chiaramontana. In olio su tela sono le opere “Idilliaco”, “Un grappolo di illusioni”, “Il Faro”. Con la tecnica a olio sono ancora realizzate le opere “Armonie di forme”, “Fervore di studio”, “Nido”, “ Ritratto della sorella”, “Golgota”, tutte in un ambiente.
La tempera domina le opere “Composizione”, “Sereno”, “Serata di gala”, “Ed è subito sera”, “Commiato”, “Salutazione mattutina”, “Scale musicali”. Mentre in acquerello sono le produzioni “Simboli”, “Paesaggio ibleo”, “Intimità paesana”, “Una carezza alle vecchie mura” nelle stesse sale. Un successivo spazio è occupato da acquerelli e tempere: “Alle prese col vero” e “L’inquisitore” in acquerello su carta, “Il viale” e “Limpida gioia” in tempera.
Le opere esposte sono segno di una produzione con una tenue, delicata, ma nitida identità, territoriale quasi, ricorrente in tanta pittura che sveli inequivocabili “debiti” iblei, e che il Maestro De Vita interpreta con pienezze inimitabili.
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